Real Life

Tutta la mia verità su Guess my Age

E’ un giorno d’estate, sono in pausa pranzo e mi sintonizzo su La8. Passa uno scroll con l’invito ad un nuovo programma “Guess my age” se vuoi partecipare chiama eccetera eccetera. Non mi so spiegare perché mi sono precipitata nel mio studio, ho spedito la mail e mi sono candidata per partecipare con Je, mia figlia.

Tralasciamo i passaggi delle selezioni ed eccoci pronte per Milano.

L’ANTEFATTO

Ho un difetto, prendo tutto quello che faccio molto seriamente, anche il gioco. Pensando che questa potesse essere l’occasione per vincere del denaro, mi sono messa a studiare, sul serio, ogni anno dal 1932 al 1987, quelli dall’88 al 2000 li ho assegnati a Je.

Non avevo molti giorni per memorizzare 56 anni di cronaca, spettacolo, musica, vip ma so che ho un cervello che funziona e con una motivazione forte come vincere denaro senza sudare otto camicie dovevo farcela. Tutto il mio tempo libero, durante i trasferimenti in auto, nelle pause tra un articolo e l’altro, le sere fino a svenire e le pecorelle trasformate in numeri ed eventi sono  diventata fobica. In soli dieci giorni sapevo a menadito i più importanti eventi di 56 anni di storia.

IL GIORNO PRIMA

Fino al pomeriggio del giorno prima della puntata ho concentrato le mie forze sul lavoro, poi è iniziato il mio calvario. Je viene da me, dobbiamo interrogarci fino a non avere più fiato, dormire e partire il giorno dopo prestissimo con il treno.

Devo dire che a parte qualche sua lacuna, perché prova tu con una bambina a studiare fu la risposta ai miei rimproveri, ha una grande dote, è un’intuitiva e mi fidavo di questo. Aveva dato prova di azzeccare quasi sempre l’età precisa dei concorrenti nelle puntate, a differenza di me che davo ai 20enni  40 e ai 60enni 30, per cui l’accoppiata poteva essere vincente: Io l’enciclopedia e Lei il fiuto.

Finiamo di cenare e decidiamo di concederci una pausa, facciamo prognostici su come andrà, come dobbiamo vestirci, chi ci capiterà e lì mi parte l’ansia da prestazione. Il mio cuore ha iniziato a battere forte, la gola mi si è chiusa e gli sforzi di vomito sono iniziati. Non ho dormito, non abbiamo dormito, alle 4 ci siamo dette basta alziamoci e che finisca presto. Ho viaggiato con la tachicardia addosso, non mi ha mollata un minuto. Nulla è valso per calmarmi, neppure una piccola meditazione per centrarmi, non mi conoscevo così, mai ho provato tali emozioni e ho capito solo quel giorno quanto possono rovinarti.

20 OTTOBRE PUNTATA ( per noi inizio di settembre )

Devo dire che mi sono divertita? Mai lo dirò perché non è la verità. Il senso di vomito e gli sforzi sono continuati fino a due minuti prima di entrare in studio. Ero lì per vincere e questo è stato il mio male.

TUTTO NON E’ COME APPARE

Le luci che inquadravano le persone le appiattivano e non sono come le vedi in Tv, sono lontane e lì ci vuole un gran culo per indovinare senza indizi l’età perfetta. Papi ha il compito ( è inutile che gli autori mi dicano lui è lì per aiutarvi, palle sacrosante ) di guidare la puntata sul tempo, ma a me ha raddoppiato l’ansia che avevo. Avessi avuto la freddezza di una ghiacciaia due risposte le avrei date corrette… Charlie Chaplin per esempio, sapevo che era stato nominato Baronetto dalla Regina Elisabetta verso la fine della sua vita, non ricordando la morte mi bastava arrivare all’anno della nomina e aumentare di due o tre anni per giungere al 77, quando morì. A casa ci sarei arrivata in tre secondi. L’età di Lourdes, figlia di Madonna, conosco gli anni di Madonna, so che non l’ha avuta da giovane, insomma anche lì a casa ci sarei arrivata in tre secondi.

CI STA E NON CI STA

Ci sta che il tempo ti può fregare, ci sta pure che Papi ti mette un’ansia da photofinish, ci sta l’ansia da prestazione per non fare una figura di merda nazionale, ci sta pure che Je era in iperventilazione, quello che non ci sta è il mio stato d’animo. Io non ero io, non ero io nell’emozione che mi ha mangiata viva, nel cuore che sentivo a 30 cm da me, nel vestire, nel trucco e nel parrucco.

FINALE

Siamo arrivate all’ultimo concorrente con poco niente, ma potevamo ancora tornare vincitrici. Ha giocato molto su di me il fatto di aver sbagliato tutto nella prima parte, ma con Alexandra ho sperato uscisse la cronaca al primo indizio. Quando ho visto: “E’ stato inaugurato l’aeroporto di Fiumicino” ho detto LA SO. Il 1960 era l’anno che saltavo quando facevo ripasso perché di quell’anno sapevo tutto, ( tutto quello che avevo ritenuto opportuno sapere ) per cui dovevo solo concentrarmi un secondo per vedere nel mio cervello quella data.

Papi parlava, mia figlia parlava, la mia testa non ragionava. Mi ripetevo solo LA So la so la so ora lo dico e ci portiamo a casa 34 mila euro…. Ma il tempo passava e quando Papi ci intima di pigiare il pulsante ho sparato la prima cosa che, col senno di poi, si aggirava nell’anno.

Secondo indizio

Ben Hur e i suoi oscar, ho ammesso la mia ignoranza, tra i miei appunti non l’avevo menzionato per questo non lo sapevo. Ritorno allora all’Aeroporto di Fiumicino aeroporto di Fiumicino ma niente….ma ho sparato l’anno giusto 1960 solo che non ho pensato all’età.

Terzo indizio

Paola Ferrari, eccola il mio contatto con l’aeroporto di Fiumicino, dimenticata dell’anno mi riconcentro su di lei e le decine di persone che so essere sue coetanee, avevo detto all’inizio è l’anno di Maradona, avevo detto del maratoneta etiope scalzo delle Olimpiadi di Roma, avevo detto del terremoto in Cile, ho detto che era coetanea di Banderas, Zenga, Sean Penn, Hugh Grant mi fossi ricordata di Fiorello ….. e il tempo passava ok deve avere 57 o 58 abbiamo digitato disgraziatamente 58.

Quarto indizio

Il ricordo… va bene, non ho tempo per tornare a ragionare da capo, torniamo sui coetanei torniamo sulla cronaca, torniamo sul mio stato cerebrale ormai collassato, il tempo passa e sbagliamo di nuovo. E’ la fine. Alexandra ha 57 anni e l’anno è il 1960.

COSA RESTA DI TUTTO

Molta amarezza, una fortissima delusione e grandi insegnamenti.Ho preso consapevolezza di molte cose:  non fidarmi della mia cultura senza tener conto dell’emozione, non prendermi sempre così troppo sul serio, ma imparare a giocare, a divertirmi, non puntare sul denaro, il più sano è quello guadagnato poi se dovessi mai un giorno vincere una somma ringrazierò il cielo e proseguirò sul mio cammino, ho imparato a non svalutarmi per risultare più simpatica, parlo del mio abbigliamento in puntata, ho deciso io di andare sciatta, dimessa e il più possibile insignificante per una motivazione che non voglio condividere qui, qualcosa lo tengo per me.

Mi porto a casa 56 anni di cultura e tanti “Adesso basta” da parte di chi ancora per giorni ad ogni nome, stato di cose, luogo o evento io dicevo esattamente l’anno in cui accadeva.

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio mia figlia a cui dico mi dispiace amore la macchina non te la posso comperare, ringrazio i miei amici che mi hanno sopportata per giorni durante i miei ripassi e i continui dai fammi una domanda tanto la so, ringrazio chi mi ha inviato messaggi e mail per dirmi che in fondo siamo state simpatiche, ringrazio chi ha ascoltato i miei pianti e i miei rancori di dopo puntata, ringrazio gli autori di Guess my age perché anche se poi non mi sono più vista una puntata, il programma è bello e consiglio di parteciparvi ma solo se siete degli iceberg o avete un conto corrente con tanti zeri, allora vincerete!

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