Real Life

Perché facciamo fatica a essere gentili?

Ogni anno il 13 novembre si celebra la “Giornata mondiale della Gentilezza”. Fu fondata nel 1988 a Tokyo e introdotta nel nostro paese nel 2000. Perché facciamo fatica a essere gentili e abbiamo bisogno di una data per ricordare di esserlo?

Motto e missione della gentilezza:

motto: essere gentili

missione: contagiare gli uni gli altri diffondendo benessere senza secondi fini.

Prima di leggere il decalogo che suggerisce i punti su cui basare ogni inizio di giornata, mi permetto di raccontarti un po’ di storia sulla gentilezza. Se non è di tuo interesse passa al capitolo successivo: “Cosa puoi fare ogni giorno e quanto ti cambia la vita diventare una persona gentile”.

Ecco la storia per gli appassionati

La giornata mondiale della Gentilezza è nata grazie al Japan Small Kindness Movement, fondato a Tokyo nel 1988. Nel 1996, proprio a Tokyo, un primo gruppo di organizzazioni si costituisce nel World Kindness Movement (Movimento mondiale per la Gentilezza) di cui Gentletude fa parte e il suo fondatore, Cristina Milani, è stata dal 2012 al 2020 prima vice presidente e poi presidente.

La Gentilezza a cui fa riferimento, e che Gentletude sostiene, rappresenta una qualità e una caratteristica etica: è ciò che promuove l’attenzione e il rispetto verso il prossimo, la cortesia non affrettata ma nei piccoli gesti, la pazienza e la cura. Suggerisce l’ascolto dei bisogni degli altri senza dimenticare i propri.

È “urbanità”, intesa come modalità di comportamento che ci fa vivere in società, armonizzandoci con essa e contribuendo attivamente, senza manierismi. È ciò che rende il mondo in cui viviamo un posto più felice. (fonte: Gentletude.it )

Il movimento italiano ha sede a Parma e il motto nazionale prende spunto da una frase di Claudio Baglioni, molto impegnato nel sociale: “La gentilezza è rivoluzionaria”

Perché ci costa tanto essere gentili?

La gentilezza fatica come un mulo carico di barili su un pendio dell’Ortigara a diventare un modus vivendi. Non esserlo costa meno fatica, perché quando soverchiamo l’altro con le nostre opinioni ci sentiamo forti.

Prova a immaginare di essere gentile mentre rimproveri un collega che ha inviato un contratto alla ditta sbagliata. Pensa come affronteresti tua figlia se la trovassi con 1 grammo di fumo in tasca. E se il tuo vicino non ha ancora capito, dopo anni, che deve raccogliere gli escrementi del suo cane dal vialetto del condominio?

  1. Prima di tutto è trattare bene se stessi e gli altri.
  2. Rispondere in modo corretto a chi ti fa una domanda, anche se è l’operatore che ti chiama 30 volte a settimana cercando di convincerti che il tuo contratto è il peggiore del mercato.
  3. E’ imparare a dire grazie non solo quando il vicino di casa ti aiuta a portare le otto borse di spesa dal garage al tuo appartamento.
  4. Dire per favore all’inizio di ogni richiesta e soprattutto chiedere scusa se si è fatto un torto.
  5. La gentilezza è essere a disposizione dell’altro col sol fine di farlo felice, senza pretendere nulla in cambio.

Non puoi indossare la gentilezza come un abito da cerimonia, solo perché è necessario. E’ uno stile di vita, mica l’occasione d’oro per farti ammirare.

Le parole gentili non costano nulla. Non irritano la lingua e neppure le labbra. Rendono le altre persone di buon umore. Proiettano la loro stessa immagine sulle anime delle persone, ed è una bella immagine. –Blaise Pascal

Ti immagini un ambiente gentile in famiglia, al lavoro, nelle difficoltà e al governo?

Come sarebbe la vita se tutti adottassero la gentilezza per confrontarsi, per discutere o affermare le proprie opinioni.

Non si tratta di sminuire la propria personalità, di aver paura di non valere, al contrario è uno strumento in più a tuo favore, e ti si aprirà in fretta la via per uscire dalle difficoltà.

Per capirla ti basti ricordare perché scegli un ristorante o un bar, un negozio o un’estetista. Sarà mica perché sono gentili rispetto agli altri?

Credo proprio di sì.

Quale saggezza puoi trovare che sia più grande della gentilezza? –Jean Jacques Rosseau

Uno sgarbato potrebbe persino redimersi se riceve gentilezza in cambio della sua aggressività, perché è rivoluzionaria come dice Baglioni, è accogliente come penso io.

E’ la gentilezza l’antidoto alla violenza, alle situazioni scomode, al rancore.

Cosa ne abbiamo fatto della gentilezza?

L’abbiamo riempita di polvere come abbiamo fatto con i libri sul galateo del secolo scorso.

Oggi ci si insulta per parlare, si utilizzano i turpiloqui per sostentere le nostre tesi. Abbiamo perduto il senso, quello civico, introdotto nelle scuole dal 1958 grazie ad Aldo Moro.

Forse un giorno tornerà a far parlare di sé come è successo con la zampa d’elefante, le spalline larghe e i maglioni fatti ai ferri che sono sfilati all’ultima Milano Fashion Week.

Secondo Piero Ferrucci, psicologo e sociologo, la gentilezza tornerà di moda. L’autore del libro “La forza della gentilezza” scrive: «La gentilezza non è un lusso, ma una necessità», e mi auguro abbia ragione.

Siamo giunti alla pratica. Ecco il decalogo quotidiano, quello suggerito da Gentletude.

Ti invito a scaricarlo e attaccarlo al muro della tua stanza preferita. Vedrai che a forza di vederlo e leggerlo, un gesto che magari fino a ieri era sconosciuto, potrebbe diventare una buona abitudine.

IL DECALOGO della gentilezza

1. Sii gentile con te stesso

Prenditi cura di te stesso per prenderti cura degli altri.

2. Rispetta l’Altro

A volte giudichiamo, istintivamente, in maniera negativa solo perché non la si pensa come noi. Ci dobbiamo sforzare di metterci nei panni degli altri: alleniamoci ad accettare il fatto che esistono pensieri, opinioni, comportamenti differenti dal nostro.

3. Compi atti di gentilezza a caso

Regala un sorriso, un’emozione, una parola gentile e farai germogliare la gentilezza negli altri. La gentilezza è contagiosa.

4. Come ti senti a essere gentile

Prendi consapevolezza del tuo essere gentile, scoprirai quanto ti potrà essere utile nella vita quotidiana.

5. Usa più spesso la parola “Grazie”

E’ un segnale di attenzione nei confronti degli altri, un riconoscimento tangibile per un pensiero, un comportamento. Non diamo per scontato nulla, dire grazie è fortemente motivante.

6. Usa più spesso la parola “Scusa”

Quante volte ci siamo resi conto di esserci comportati male, di avere detto qualcosa che può aver ferito l’altro, di esserci sbagliati? Molte volte, e di solito a posteriori. Riconoscere di essere stati sgarbati ci mette in discussione e di solito non ci piace. Nel profondo lo avvertiamo come un segnale di debolezza. Chiedere scusa è al contrario espressione di forza interiore.

7. Accetta la tua rabbia, rifletti, aspetta a reagire

La rabbia è uno stato interiore che si può impossessare frequentemente di noi, in diversi momenti della nostra vita personale e professionale. I nostri comportamenti immediati, generati dalla rabbia, danneggiano soprattutto noi stessi. Per cui abituiamoci a farla decantare lasciamo passare minuti, ore, giornate riflettendo sui motivi che l’hanno generata e solo successivamente, se dovremo, reagiremo.

8. Sostituisci al giudizio la comprensione

Siamo abituati a etichettare, incasellare comportamenti e persone. Questo comportamento genera dei pregiudizi e limita la conoscenza.

9. Amplia il raggio della tua gentilezza

Esercita la gentilezza con chi ti è vicino e con chi lo è meno. La gentilezza è contagiosa. Succederà quello che di solito avviene quando lanci un sasso in acqua. Quando il sasso colpisce l’acqua si genera un cerchio che a sua volta ne genera degli altri, apparentemente senza fine.

10. Non cercare un buon motivo per essere gentile, fallo e basta

In questo periodo essere GENTILI vuol dire mettersi la mascherina e rispettare se stessi e gli altri.

author-sign

Ti potrebbe piacere anche...

Articoli popolari...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *