Real Life

I panni sporchi non si lavano in casa!

In questi giorni l’argomento sui social più commentato è “Spare”, il libro del principe Harry. Il web è spaccato in due: c’è chi lo ama e chi lo odia, senza mezze misure. Di solito i panni sporchi si lavano in casa, ma quando sei perseguitato dalla stampa fin dal tuo primo vagito, vale ancora il detto popolare?

È molto difficile stabilire quando le faccende famigliari debbano restare entro le quattro mura domestiche.

Quanti sono come la famiglia reale. Per esempio, io ho sempre pensato che non interessi quanti panni sporchi devo lavare ogni sera. Sono affari miei, “panni” di famiglia, never explain.

Per rispetto nei confronti degli altri, molta educazione e tanta etica, non ho mai raccontato la mia intimità, salvo a qualche confidente amica.

Eppure, tutto può cambiare. Come è accaduto a Harry: i panni sporchi non si lavano in casa!

Succede quando la tua rabbia è al limite nel contenersi. Rompendo le sbarre della gabbia, cui è imprigionata, contagia ogni organo del tuo corpo, inebriando il cervello.

Sei così arrabbiata, che per guarire, devi vomitare fuori tutto.  

Per chi è nel mirino di un obiettivo fotografico e sulla punta della penna a sfera di un giornalista, ogni istante della giornata da quando sei nato, vale ancora il detto: i panni sporchi si lavano in casa?

“Never complain, never explain”

Non accetto che si giudichi un libro dalla copertina, tanto meno questo di Harry. Si è sparlato a prescindere, a soli due giorni dall’uscita del libro. Che poi mi chiedo quanti sono quelli che hanno avuto il tempo di leggersi 531 pagine (tolti i ringraziamenti) in due giorni.  Molti si sono fatti l’idea che il ragazzo “terribile”, come lui stesso definisce sul libro il modo in cui è stato etichettato dalla stampa, che sia la pecora nera di una famiglia illibata.

Pochi sono andati oltre. E hanno capito perché i panni sporchi non si lavano in casa.

Andare oltre significa indossare le sue scarpe, cercare di comprendere il suo punto di vista, provare a sentire le sue emozioni.

So to put yourself in his place doesn’t make you understand someone. Walk in his shoes.

Compito assai arduo. Spesso non riusciamo a capire una persona che ha il nostro sangue, figurati un estraneo. Quanto è facile da giudicare.

Comunque sia, rispetto e apprezzo il coraggio di Harry e Meghan per aver scelto loro e non un’Istituzione, per quanto millenaria e importante.

Harry & Meghan Netflix

Avevano già vuotato il sacco prima con l’intervista dei Sussex a poi nella docuserie di Netflix “Harry&Meghan”. Per questo chi leggerà il libro non si stupirà di alcune rivelazioni, arcinote ai più.

Ho letto, sui social, parole disprezzanti in riferimento al principe Harry: un milionario piagnucolone, vergognoso e capriccioso. Uno che non sapendo come sbarcare il lunario si tuffa di pancia sulle pagine di un libro per il vile denaro.

Che poi li dia in beneficenza (almeno una buona parte ) passa in cavalleria, per restare a tema.

Tuttavia, quando il calciatore di turno, non quello dei 1200 € al mese, scrive il libro della sua vita, speculandoci sopra, nessuno fiata. La coerenza dipende dalla passione che hai, mi vien da dire.

Ti anticipo che non è l’unico a voler togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Pare che Charlène di Monaco sia sul punto di pubblicare la sua autobiografia. Si scateneranno contro di lei gli haters, visto che potrebbe lavare i panni sporchi facendo riferimento alla cognata Caroline che ormai, tutti sanno, non si possono vedere.

Staremo a vedere.

Sto leggendo il libro “Spare” da tre giorni. Sono arrivata al terzo capitolo della sua vita. Si legge velocemente perché credo che il giornalista J.R Moehringer non abbia snaturalizzato l’essenza del principe Harry. Mi sembra una scrittura così semplice, quasi fanciullesca in certi passaggi, che non mi fa pensare a un premio Pulitzer.

A tanti piacerebbe essere Principi finché non sanno cosa significhi esserlo. Sono fortemente convinta che Harry abbia subìto la condanna dell’eterno secondo sotto lo standardo del “Never complain, never explain” (the infamous motto of the British royal family).

Harry ha lanciato una serie di accuse contro la sua famiglia. Credo che a confronto con quello che si dicono i “parenti” nel programma “C’è posta per te” di Maria De Filippi, Harry abbia mandato cioccolatini e bonbon.

Harry ha accusato di violenza fisica il Principe William nei suoi confronti, di aver spinto la Regina Consorte Camilla a diffondere alla stampa storie negative su Meghan Markle e persino che Kate Middleton fosse riluttante a condividere il lucidalabbra con Meghan.

Gridate per questo allo scandalo? Suvvia…

Nella royal family il primo esempio di come ci si comporta in pubblico lo ha dimostrato the Queen. Sua Maestà rispondeva solo quando doveva assolutamente farlo e spesso era breve e concisa. Te la immagini Beth comportarsi come una ciocara, dire a x persona: “Sai che sto scemunito di mio marito ieri sera è tornato alle due di notte ubriaco marcio, sto screanzato!

Ma nella royal family c’è un’etiquette da seguire. Da quando fai ciao al sole la mattina da quando gli ridici ciao prima di dormire.

Harry è un ragazzo che ha sofferto, non è riuscito a stare al suo posto. Mica l’unico. Ci siamo dimenticati dell’irruenza, la spavalderia, l’irrequietezza della sorella della regina, Margareth?

A me sembra la storia che si ripete.

Comunque, mentre la tempesta mediatica continua a farsi sentire, l’istituzione reale e i suoi membri non hanno ancora proferito parola, nel tentativo deliberato di rimediare alla loro immagine pubblica.

“I’ve had conversations, I’ve written letters, I’ve written emails, and everything is just, no, you, this is not what’s happening. You are imagining it.’ And that’s really hard to take.”

Concludendo, dopo tanti tentativi lui ha fatto a modo suo. Per la sua famiglia e per sua mamma.

A me piacciono i reali, in particolare Harry & Meghan. I’m sorry

author-sign

Ti potrebbe piacere anche...

Articoli popolari...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *